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Olio made in Italy, crolla la produzione nazionale

Addio ad una bottiglia di extravergine su quattro, perciò serve fare attenzione

Olio made in Italy, crolla la produzione nazionale
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Olio made in Italy, addio ad una bottiglia di extravergine su quattro. Si registra infatti un crollo del 25% della produzione nazionale. E perciò è necessario vigilare sugli acquisti per evitare che venga spacciato come nazionale il prodotto importato di minore qualità. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Ismea. Si  stima una produzione nazionale di 273mila tonnellate per effetto soprattutto del calo nelle regioni del Sud dove si concentrano i maggiori raccolti con Puglia, Calabria e Sicilia che fanno registrare contrazioni nella produzione rispettivamente del 45%, 36% e 5%.

Olio made in Italy, serve fare attenzione

In queste condizioni è importante verificare attentamente l’etichetta. Anche se sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia. E, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Occhio ai prezzi

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi. E acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane. O di comprare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Ossia dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. Scegliere Made in Italy è importante per garantirsi maggiore qualità e sicurezza. Ma anche per sostenere dal punto economico ed occupazionale una filiera che conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia. Ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp). Con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

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